Nunzia Latini
1° classificato
Verso la morte
Hanno abbassato la luce.
Penombra accompagna la vita
ora.
Non più rumore
nei giorni che la polvere ignora
e ancora non mangia.
Non canta il cuore
non piange
non urla
né si dispera.
Ascolta i grilli
che consumano a morsi
gli ultimi lampi di sera.
Fruscio d’ali
poi niente, nessuna parola.
Il buio avvolge le siepi
ora.
Pietro Peligra
2° classificato
Senza titolo
L’inverno ha riaperto
le voragini
tra la luce
e l’asfalto soffice.
Adesso, forse,
camminiamo
senza inciampare
senza cadere
girando le pagine
del tempo.
Del fare si è
perso il come,
dell’andare si è
perso il senso.
Domani è come ieri.
La linea ci ha lasciati.
Quando partì la mia vita,
non ricordo.
Il perché, non l’ho capito.
Siamo nati dal passato,
figli bendati e vagabondi
nella terra
della nostra memoria,
dove le lacrime
penetrano come spine
nella carne.
Strade vuote ci accompagnano,
vuote e fredde
come il cielo.
Mara Vitale Santoni
3° classificato
L’alito del tempo
Si viveva di favole
tra i giuochi che il tempo
ancora non contava.
Si rideva di un nulla
e si cantava.
Un fiore, una farfalla,
un volo di rondini
e nel cuore la gioia pulsava.
Il domani, lontano.
La fantasia volava,
ma il filo di aquiloni
non fuggiva alla stretta
della mano.
I giorni non conoscevano
il volto della nostalgia
e la vita era nostra:
una dolce bugia.
Poi, la realtà,
e una luce violenta
denuda le cose,
uccide illusioni
mentre il freddo s’affaccia
a finestre di malinconia
tradite dal cielo d’estate
e l’alito del tempo
le appanna di silenzio.
Clara Cafaro Caimi
4° classificato
Parallele convergenti
Questa notte, pensiero per pensiero,
smonterò ogni contrasto tra paure e sogni,
mentre si snoderanno rotaie mai percorse;
e anche se la luna all’alba sembrerà tramontare,
gli ultimi fuochi aspetteranno il giorno,
perché l’ombra possa scambiarsi col sole.
Voglio aprire con te nuove strade
per osservare passaggi di cielo riflessi nei vetri,
momenti di luce tra le gallerie,
e avere un orizzonte da inseguire.
Oltre quest’attimo, progetti paralleli
riuniranno frammenti di sguardi e di parole
in un discorso lungo e silenzioso
che saprà aiutarmi ad affrontare
lo smorzarsi del giorno e l’accendersi della notte
sopra un groviglio inestricabile di passi,
che avranno bisogno di camminarti nell’anima
per riuscire a sciogliersi e avanzare.
E mentre viaggiamo sotto la città, il battito delle emozioni
non chiede altro che di potersi annullare,
per poi riaffiorare tra le luci della sera,
percorrendo in equilibrio, insieme a te,
sagome di abbaini appese alla luna,
che illuminano il cielo di questa notte di aprile.
Paola Ceci
5° classificato ex aequo
La mente nuda
«Abbiamo trascorso così tutta la mattina, senza dire una
parola. Allora ho ripensato al silenzio di una notte presso un
pozzo, dove ho capito di amarlo»
(Paulo Coelho)
Una poesia per te…
Navigatore errante,
tu che t’inabissi – e illumini! – nei meandri ansiosi e bui
della mente mia.
Esigenza
di esternazione emozionale, per te…
Spirito totalizzante e speculare
tu che rifletti e specchi,
tu che t’immergi e affiori
tra le pieghe doloranti
della labirintica
anima mia.
Parole, parole,
pensieri all’infinito, per te.
Proiezione di un cosmo
che miro a definire,
assorbire, capire;
in fondo: amare!
Tu così diverso,
e a me così uguale.
Tu che sai, che già conosci – eppure impazzi e spazi – tra i percorsi liberati
dell’ormai nuda
mente mia
Giovanni Zappalà
5° classificato ex aequo
Questa maledetta estate
Questo continuo consumarmi
in arditi desideri
che credevo svaniti
con il grigio dei capelli,
questi inusitati sogni
di giovanili braccia
e di sorrisi
imboscati di giorno
in libera uscita la notte,
nel sonno riaffiorano,
mi bruciano la mente.
In questo continuo abbaglio
trascino i giorni
di questa maledetta estate
desiderando amore,
temendolo,
frutto proibito
per le mie troppe stagioni.
Gianmario Lazzaroni
7° classificato
Attimi di liquefazione volontaria
Tempo,
passi e vai,
e i riflessi rallentano,
gli occhi perpetuano il loro moto,
la normalità batte incessante,
mi fermo allo stop e l’ennesimo colore
di un pittore impazzito svanisce.
Lo sguardo di un bambino
tormenta le mie notti,
gioca con le onde,
corre nei prati,
piange nel buio,
guarda il sole negli occhi
fino a rimanere cieco,
come sono io ora.
Il risveglio è crudele,
lacrime su carta nuda,
ricordi perplessi che scavano
solchi profondi nel mio viso.
La mia anima contaminata corre
verso la nuova alba,
l’impulso è gettarsi,
bruciare e scomparire nella sua luce,
ma un tamburo umano ritma ancora un battito di vita.
Anna Lucia di Nauta
8° classificato
I Navigli
I Navigli hanno
trasparenze musicali
di cieli che schedano
storie. Silenziosamente.
Di sponde parole
che aspettano di essere
comprese. L’alibi delle partenze
che soffochiamo e dirottiamo
altrove. Mentre ormeggia
la luce del giorno
che muta i tuoi occhi – a piccoli passi, a piccoli passi – ti guardo lontano,
ti sogno, ti tocco
... quasi… ti sfioro
in parallelo di luna.
Ai Navigli onde che vanno,
si perdono,
si spezzano
al limite che non conosci, – ancora non ti conosco – mia nomade onda
o, forse, mio solo respiro
che fa di miracolo anche
l’ultimo dubbio che resta di noi.
Idelfonso Rossi Urtoler
9° classificato
Euforbia
Alte,
le cento braccia
al cielo donate
con pazienza,
mordendo la terra
arida da acqua scarsa.
Profonde radici
esprimono
un fusto confessato
negli anni
e al sole bruciato
con anima pura
che urla di sé
sillabe avare
che il vento disperde
in un cielo che tace.
Euforbia,
profondità d’amore
immagine evidente
al mondo che osserva
una misericordia
che esita
la pietà delle lacrime.
Monica d’Alessandro
10° classificato
X
Calde le tue parole nella sera
come un vociare sommesso
di ruscello sereno.
Tenere le tue parole nella sera
come lo sguardo di un bimbo
appena nato.
Serene come il cielo azzurro
e terso.
Bagnate come le mie lacrime disperate
delicate come il profumo della vita
bugiarde come la ferita del dolore.
Inquietanti come l’attesa
come l’odio sferzante o l’amore come grido.
Pasquale Manti
11° classificato
Sulla spiaggia
Un fascinoso
tremolar di stelle
spande sulla spiaggia
il firmamento.
Alla notturna pesca
muovono le lampare
ed è oblioso
il murmure del mare.
Grande, una nave bianca
di crociera, scivola illuminata,
la ferrea prua volgendo
ai mari perlustrati d’Oriente.
Solletica la brezza della notte
che, lieve, porta un fresco olezzo
di schiuso gelsomino.
Non sogno, sto a guardare,
anche i bagliori
che l’Etna improvvisa.
E non mi sento solo,
come si può pensare.
C‘è un grillo canterino
sul salice vicino
che mi fa compagnia
ed alle lucciole
fa la serenata.
Paolo Ripamonti
12° classificato
Milano è ancora sogno
Milano è ancora sogno.
A volo d’aquila su resti
di mura e porte,
un tuffo nel Naviglio e
camminare tra le case e i vicoli
più antichi sino ai grattacieli
moderni.
Rotaie, percorsi di filobus,
fiere, bar; Milano nel
cuore sussurra e invita
a scoprirla.
E la grigia città si può
tingere di colori infiniti,
fa scudo a chi vuole pensare,
offre calore agli amanti che
si tengono tra le braccia su
una panchina in un parco.
Negozi, uffici, banche…
e ricordi, scritti in ogni
casa, in ogni strada.
Ricordi di milioni di vite
vissute, intrisi ne sono
i viali di Milano.
E splende di chi ne vive
e s’immola ogni giorno
agli occhi di turisti, ma’l
suo cuore resta nascosto
nel cuore dei milanesi e
di chi vuole cantare la città
e sognare,
in questo mondo che
si fa di vetro e ferro,
seduto sulle rive del
Naviglio o sotto i portici
delle vie del centro.
Milano è sempre sogno.